Parashat Vayishlach – Da soli non si va molto avanti
Nella Parashà di Vayishlach è riportato l’incontro tra Yaakov e l’angelo di Esav: “E Yaakov rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’alba.” (Bereshit, 32:19). Il Midrash Bereshit Rabbà fa un punto sorprendente: Cita un versetto della Parashà di Haazinu, che insegna che nessuno è paragonabile a D-o, ma poi deriva omileticamente dal versetto secondo cui il popolo ebraico è paragonabile a D-o: “E Yaakov rimase solo e un uomo lottò con lui: ‘En Kakel Yeshurun…’ – R’ Brachia nel nome di R’ Yehuda Bar Shimon dice, [questo può essere letto come] ‘Non c’è nessuno come Kel (Hashem) ma chi è come Kel? Yeshurun… chi è come Kel? Yisrael Sabba (nostro nonno, Yaakov). Proprio come del Santo, Benedetto Egli Sia, è scritto, ‘e Hashem sarà elevato da solo’, così anche [di Yaakov si dice] ‘e Yaakov rimase solo’.” (Bereshit Rabbà, 77:1).
Il Midrash cita poi una serie di esempi di grandi azioni che D-o compie o compirà e di come il popolo ebraico, in particolare il profeta Eliyahu, abbia compiuto tali azioni: Proprio come D-o riporterà in vita i morti, così anche il profeta Eliyahu riportò in vita qualcuno. Come D-o ha la capacità di provocare la siccità, così anche il profeta Eliyahu ha causato la siccità. Come D-o può benedire una piccola quantità e trasformarla in una grande quantità, così anche il profeta Eliyahu ha benedetto una piccola quantità e ne ha fatto una grande quantità. Come D-o può far sì che le donne sterili abbiano figli, anche il profeta Eliyahu fece sì che le donne sterili avessero figli. Infine, il Midrash conclude il suo elenco di paragoni tra D-o e i giusti d’Israele con l’affermazione: “Proprio come D-o è solo, come è scritto, ‘veNisgav Hashem levadò bayom haù’ – Hashem sarà elevato da solo in quel giorno, anche Yaakov Avinu – rimase solo come è scritto ‘e Yaakov rimase solo’.”
I Chachamim notano in questo Midrash un problema. L’ultimo esempio riportato non sembra adattarsi allo schema dei miracoli e dei paragoni precedenti. Il Midrash infatti cita situazioni soprannaturali e miracolose come, tra le altre, la resurrezione dei morti e la cessazione della pioggia, che sono effettivamente atti che richiedono abilità simili a quelle di D-o. Tramite questo paragone, il Midrash sembra affermare che la capacità di restare soli è di per sé una qualità simile a D-o. Bisogna quindi comprendere come, Yaakov rimasto solo, possa essere di per sé miracoloso quanto la resurrezione dei morti e la cessazione della pioggia. Cosa c’è di così incredibile nel fatto che Yaakov fosse solo? Rav Yaakov Kamenetsky commenta che il motivo per cui Yaakov Avinu è stato attaccato quando era solo è per insegnarci che la maggior parte degli esseri umani non è in grado di mantenere il proprio livello spirituale e la propria statura morale quando è solo. La maggior parte delle persone ha bisogno di un sistema di supporto, di una società, che li aiuti a mantenere la retta via e il comportamento corretto. Andare avanti da soli, senza il sostegno del prossimo, senza perdere il proprio livello spirituale è un qualcosa di estremamente difficile da raggiungere per la persona media. Secondo questa spiegazione, l’unicità dello stato di solitudine di Yaakov è che era totalmente indipendente nel suo servizio divino e non aveva bisogno di alcun sostegno da parte degli altri. Alla luce di questa spiegazione Yaakov può essere paragonato a D-o, che è totalmente indipendente. Naturalmente si tratta di un livello molto elevato, un livello difficilmente raggiungibile per la maggior parte delle persone. Una persona non dovrebbe di fatto sforzarsi di restare sola: La famiglia, gli amici e la comunità sono un aspetto essenziale del proprio benessere spirituale e del benessere in generale. I Chachamim sottolineano come siamo abituati a vivere ed imparare sotto l’ampio ombrello della comunità, a guardare intorno a noi, e come dovremmo imparare a seguire i buoni esempi. Se dovessimo, chas veshalom, rimanere veramente da soli, ci renderemmo conto di come il nostro vivere ebraicamente potrebbe non essere quello che pensavamo fosse. Questa è una domanda molto importante anche per i leader delle comunità, se si stanno istruendo studenti abbastanza forti da poter essere capaci di resistere da soli qualora, malauguratamente, dovessero trovarsi in una situazione di solitudine fisica e morale.
La natura comunitaria dell’ebraismo è essenziale e di grande valore. Tuttavia il livello di una persona dovrebbe essere indipendente da quello degli altri, mirando al miglioramento personale grazie al buon esempio e all’influenza dei tzaddikim della generazione, contribuendo al contempo ad influenzare positivamente il prossimo. I Chachamim sostengono che questo è il significato della Mishna nei Pirké Avot: “E dove non ci sono uomini, sforzati di essere un uomo”. Se una persona non ha un sostegno spirituale, dovrebbe assumersi la responsabilità del proprio servizio divino, del proprio miglioramento. L’insegnamento che ricaviamo dai Chachamim rappresenta un pilastro dell’ebraismo, e questi principi vengono applicati nel nostro praticare le mitzvot, negli atti di chesed e nello studio della Torà. La forza del popolo ebraico sta, oltre che nell’osservare le mitzvot, anche nella sua achdut, nell’unità, che qualcuno potrebbe pensare sia uniformità. La realtà è che quello che ci viene chiesto è tutt’altro. L’unità che caratterizza il popolo ebraico è caratterizzata dal contributo di ognuno nella sua unicità e nelle sue caratteristiche, al miglioramento collettivo, al supporto collettivo nel chesed verso il prossimo. Solo in questo modo potremmo smettere di essere un “am mefuzar umeforad”, il popolo disperso tra le nazioni descritto da Hamman, e diventare una “mamlekhet kohanim vegoy kadosh”, il popolo santo e forte descritto dalla Torà.