Purim – Il rifugiato che diventa protagonista
Nella Meghillat Ester, Mordechai viene presentato come rifugiato da Yerushalaim dopo la distruzione del Bet haMikdash. Mordechai era molto di più. Di Mordechai sappiamo che era un profeta, un membro del Sanhedrin e che parlava 70 lingue. I Chachamim si chiedono quindi il motivo per il quale Mordechai venga presentato come rifugiato.
Il Midrash Rabba in Meghillat Eicha, a commento del pasuk: “eravamo come orfani senza padre” scrive che Hashem quando ha sentito queste parole rispose: “Consolatevi, un giorno verrete redenti grazie ad una persona che è orfana e riguardo la quale il pasuk scrive: E lui era il tutore di Hadassa in quanto lei non aveva padre né madre”. La domanda che sorge è quale sia il motivo o l’importanza che Ester fosse orfana?
Il Ramban in Parashat Mishpatim spiega per quale motivo è scritto che D-o aiuta gli orfani e le vedove. Il motivo non è che D-o li favorisca rispetto ad altri ma li difende in quanto queste persone non hanno nessuno che possa farlo e per questo motivo pregano D-o. D-o stesso difende chi lo invoca. Tramite la dichiarazione di sentirsi come orfani gli ebrei riconoscono la situazione in cui si trovano e che possono fare affidamento unicamente su D-o, ed in quel momento e grazie alla loro presa di coscienza, la risposta che ricevono è che la loro redenzione avverrà tramite un’orfana, Ester.
Questo e il motivo per il quale Mordechai ci viene presentato come rifugiato e non come una persona di grande saggezza quale era. Come rifugiato Mordechai aveva perso tutto, come chiunque sia un rifugiato: La propria casa, il proprio lavoro, la sua posizione sociale, i suoi legami. Una persona che affronta questa situazione deve ricostruire la propria vita. Nonostante questa situazione difficile, Mordechai comunque era tutore di Ester, dimostrando un grande altruismo. Mordechai ci dimostra come l’altruismo sia una parte importante per la redenzione. Il nome stesso della Meghillat Ester e quanto narrato nella Meghillà stessa ha una grande importanza. Il nome rappresenta una contraddizione in termini: Meghillà viene dal verbo legalot, scoprire, mentre il nome Ester viene dal verbo nascondere.
Inoltre, il nome di D-o non viene mai menzionato in tutta la Meghillà. La situazione in cui si trova Mordechai, come ci viene presentato, il suo altruismo, la mancanza del nome di D-o e l’apparente contraddizione insita nel nome stesso della Meghillà ci insegnano come D-o sia sempre con noi, come non siamo soli anche nei momenti più bui, come non dobbiamo disperare ma fare atti di chesed, fare tefillot e non perdere la speranza. In questo modo potremo arrivare ad attuare quanto scritto: “Riconosci D-o in tutti ciò che fai e Lui renderà il tuo percorso agevole”.