Parashat Balak – Bilaam, il profeta immorale
La Parashà di questa settimana contiene la straordinaria storia che coinvolge Bilaam e la sua asina. “L’asina vide l’angelo di Hashem in piedi sulla strada con la spada sguainata in mano, così l’asina si allontanò dalla strada ed andò nel campo; Poi Bilaam colpì l’asina per farla tornare sulla strada. L’angelo di Hashem stava sul sentiero delle vigne, una staccionata da questa parte e una staccionata da questa parte». [Bamidbar 22:23-24]
Il Midrash Bamidbar Rabbà scrive che questo scenario di “una recinzione da questa parte e una recinzione da questa parte” era un messaggio a Bilaam: Non sarai mai in grado di avere alcun effetto su queste persone, perché queste persone sono protette da Due Tavole di Pietra (le Tavole della Legge) scritte dal “Dito di D-o” di cui si dice che siano “scritte da questo lato e da questo lato”. Che caratteristica hanno le Tavole della Legge per le quali è scritto “sono scritte da questo lato e da questo lato” che è l’antitesi e l’antidoto per l’essenza stessa di Bilaam? Qual è l’interpretazione di questo Midrash?
I Chachamim commentano il versetto “Non è mai più sorto in Israele un Profeta come Moshè” [Devarim 34:10] che tra le altre nazioni del mondo esisteva un tale individuo. Chi era quell’individuo? Era Bilaam, il figlio di Beor. D-o ha anticipato una possibile contestazione delle nazioni del mondo che avrebbero potuto dire: “Se avessimo avuto per noi un profeta della statura di Moshè, saremmo risultati migliori”. D-o non voleva che questo accadesse, per cui ha reso Bilaam, il profeta delle nazioni, uguale a Moshè nella profezia. Il problema è che Bilaam è uno dei personaggi più spregevoli di tutto il Tanach. È il paradigma della persona malvagia. Nei Pirkè Avot i suoi tratti caratteriali sono catalogati come paradigma di malvagità. Era arrogante, era lussurioso, era geloso ed era avido. Oltre ad avere tutte queste cattive caratteristiche, era una persona immorale. La Ghemara in Sanhedrin 105 deduce che l’asina su cui cavalcava di giorno era anche la creatura che lo serviva di notte. Com’è possibile che una persona dotata di tale profezia e con tale comprensione dell’Onnipotente possa rimanere la persona immorale e più spregevole esistente? La risposta è che la sua profezia è stato un dono ddi D-o. La profezia in circostanze normali si guadagna e si realizza dopo anni e anni di lavoro e miglioramento personale. La profezia ricevuta gratuitamente è di natura diversa.
Il Mesilat Yesharim discute i vari tratti umani che devono essere acquisiti per raggiungere la cima della piramide spirituale, il Ruach haKodesh (ispirazione divina). Una persona deve acquisire tutti gli attributi elencati nel Mesilat Yesharim per poter poi raggiungere il livello più alto, l’Ispirazione Divina, e per acquisire la profezia. Bilaam, ricevette tutto questo in dono senza alcun percorso di auto-miglioramento. Hashem glielo diede in dono in modo che le nazioni non potessero avere una contestazione contro di Lui. Bilaam però non colse l’occasione e rimase la stessa persona orribile che era sempre stato, approfittando di aver ricevuto il dono della profezia senza lavorare su se stesso per ottenerlo. Possiamo comprendere questa dicotomia considerando il seguente scenario. Una persona lavora sodo nella sua attività, dedicando lunghe ore e sforzi per costruirla da zero. A poco a poco, ha successo. L’attività si espande, per poi espandersi ulteriormente dopo ulteriori successi. Infine, diventa una società per azioni e l’imprenditore finisce per diventare un multimilionario. Quel tipo di persona di solito può gestire la ricchezza perché sa cosa significa essere povero e sa quanto sia difficile guadagnare. Un’altra persona vince la lotteria e improvvisamente riceve 250 milioni di dollari. Spesso queste persone non sanno come gestire la propria ricchezza. Ci sono molte storie su questo tipo di persone che hanno rovinavo le loro vite perché non sapevano come gestire i soldi. Questo era lo scenario con Bilaam. “Tu, Bilaam, non avrai mai un effetto sul popolo ebraico perché il popolo ebraico ha le Tavole della Legge che sono scritte su questo lato e su questo lato”. Quando si vuole descrivere qualcosa come permanente, l’espressione usata è “scolpita nella pietra”.
Dicendo che il popolo ebraico possiede le Tavole della Legge scritte dai due lati il Midrash allude al lavoro che permette di fare della Torà una parte fondante della propria vita, come scolpita nella pietra. L’incidente di Bilaam e la descrizione del luogo in cui avviene, tra i due recinti è un messaggio a Bilaam ma è un insegnamento per tutti noi. D-o ci dà dei doni, delle caratteristiche che ci rendono unici, ma ci dà anche il modo di utilizzare le nostre caratteristiche per il bene. La Torà e le mitzvot devono essere parte fondante della nostra vita e la base per un lavoro di miglioramento e di crescita personale. Attraverso questo lavoro saremo in grado di ricevere tutto il bene che ci manda D-o e di utilizzare al meglio le nostre caratteristiche. Se questo lavoro manca, anche il più grande dono di D-o rischia di trasformarsi in qualcosa di malvagio, di immorale e di pericoloso. Bilaam rappresenta quindi il paradigma di qualcosa da cui allontanarci, un ammonimento perpetuo di quello che non dobbiamo diventare. La via contraria a Bilaam, la vita della Torà e delle mitzvot, rappresenta un obiettivo da raggiungere per la nostra sicurezza, per migliorare noi stessi e per influenzare positivamente gli altri, per creare armonia e una società più giusta ed equa