Parashat Shemot – I segni importanti
Quando D-o parlò a Moshe al roveto ardente, Moshe era preoccupato che gli ebrei, schiacciati dalla schiavitù, non credessero che lui fosse la persona che li avrebbe portati alla redenzione: D-o diede a Moshe tre segni, miracoli che per convincerli che era davvero l’uomo che li avrebbe fatti uscire dall’Egitto. Il primo era un bastone che, gettato a terra, si sarebbe trasformato in un serpente. Afferrato il serpente per la coda, sarebbe tornato un bastone. Il secondo era che quando Moshe mise la mano in tasca, contrasse la lebbra. Quando lo rifece, tornò al suo stato di salute. Infine, Moshè doveva prendere acqua del Nilo e versarla in terra, dove sarebbe diventata sangue. Perché queste prove? Possiamo escludere che gli ebrei dubitassero che D-o potesse riscattarli dai loro oppressori, poiché avevano una tradizione dai loro antenati che D-o onnipotente un giorno li avrebbe riscattati. Erano increduli perchè non si sentivano pronti per la redenzione; sapevano che l’esilio aveva uno scopo specifico che credevano non si fosse ancora realizzato. Per capire la funzione di fondo dell’esilio, dobbiamo tornare indietro a tre generazioni importanti precedenti. La generazione di Enosh, quella del Diluvio e quella della Torre di Babele. Ciascuna di queste generazioni aveva una propensione specifica per un peccato, che dovevano superare, perfezionando così il mondo. Ai tempi di Enosh, fu inventata l’idolatria. La Torà ci dice poco su Enosh, ma il Rambam spiega che durante la vita di Enosh le persone presumevano che, visto che D-o aveva nominato le sfere celesti per controllare il mondo, era appropriato adorarle. Da quell’errore nacque l’idolatria. I contemporanei di Enosh avrebbero potuto perfezionare il mondo usando i loro poteri per il bene ma non lo fecero. La generazione del Diluvio era sessualmente immorale, avrebbero potuto superarlo e migliorare il mondo, ma fallirono. I costruttori della Torre di Babele non avevano alcun riguardo per la santità della vita umana: se una persona cadeva e moriva, non prestavano alcuna attenzione, ma se un mattone cadeva giù, si sedevano e piangevano, dicendo: “Guai a noi! Quando ne tireremo su un altro per sostituirlo?” (Pirke deRabbi Eliezer 24). Dopo l’incidente della Torre di Babele il mondo fu diviso in 70 nazioni. Da queste nacque Avraham, il precursore del popolo ebraico. Gli ebrei dovevano essere in qualche modo la coscienza dei popoli del mondo. In quanto tale, le 70 progenie di Yaakov e i loro discendenti dovettero andare in esilio in Egitto per rettificare i tre peccati delle generazioni precedenti prima di diventare la nazione di D-o. All’epoca di Moshe, erano trascorsi poco meno di 210 anni da quando Yaakov e la sua famiglia erano arrivati in Egitto. L’esilio avrebbe dovuto durare quattrocento anni, come D-o aveva promesso ad Avraham. Ecco perchè Moshe temeva il rifiuto da parte degli ebrei. D-o gli diede tre segni per fare capire loro che aveva deciso di porre fine all’esilio precocemente. Il bastone trasformato in serpente indicava l’idolatria. Fu il serpente nel Gan Eden che introdusse la ribellione contro D-o che è alla base dell’idolatria. La mano lebbrosa corrispondeva all’immoralità sessuale. Lo si vede dalla punizione promessa alle donne immorali. “Perché le figlie di Tzion sono orgogliose e camminano con il collo teso e gli occhi svolazzanti, camminano e fluttuano mentre vanno, e con i loro piedi sputano veleno. E D-o colpirà con la lebbra la corona dei capi delle figlie di Tzion …” (Yeshayahu 3: 16-17). Il sangue corrispondeva al peccato dell’omicidio. Vedendo i miracoli, gli ebrei capirono che D-o li avrebbe redenti anche se la rettifica dei tre peccati era incompleta. Perchè i primi due miracoli possono essere rettificati ma il miracolo del sangue no? il ritorno di un miracolo al suo stato originale ha un grande significato: c’era un problema, è stato corretto e ripristinato al suo stato originale. I miracoli del serpente e della lebbra, che simboleggiavano l’idolatria e l’immoralità sessuale, indicavano agli ebrei che la rettifica era stata raggiunta. Il sangue è il collegamento tra fisico e spirituale, tra la vita e la morte. Attraverso lo spargimento del sangue, la connessione tra l’anima e il corpo viene recisa, causando la morte. Una volta versato non può essere rettificato, non possiamo riportare in vita i morti. Il sangue versato da Moshe sul terreno non torna acqua perchè il sangue versato nella rovina dell’Egitto non poteva essere annullato. Possiamo noi con le nostre azioni superare le prove che D-o assegna alla nostra generazione e portare la redenzione finale amen.